Un progetto in collaborazione con MOTOCICLISMO

Motociclismo: “Non perdiamoci di vista” con i test fotometrici in CevLab

Essere ben visibili per i motociclisti significa aumentare di molto la propria sicurezza. Caschi, giacche e gilet con colori fluo, inserti catarifrangenti e nuovi tessuti hi-tech sono la rivoluzione degli ultimi anni. Per fare chiarezza nel nostro laboratorio fotometrico abbiamo provato oltre 20 capi. Ecco i risultati…

Nel nostro laboratorio di Lainate (MI) abbiamo svolto prove su giacche, caschi e gilet, riproducendo le situazioni di maggiore pericolo (rischio all’incrocio e rischio di tamponamento) sia di notte sia all’alba/tramonto. Per arrivare a un risultato quantomeno verosimile, abbiamo messo un tester-manichino seduto direttamente su una moto, in modo che i capi di abbigliamento che indossava potesse assumente una posizione più vicina possibile a quella reale. Abbiamo poi passato in rassegna quattro tipologie di giacca (nera, chiara, giallo fluo e con tecnologia Night Eye) e tre di casco (nero, bianco e giallo fluo), oltra a14 gilet e 3 modelli di caschi.

Sui 14 gilet abbiamo effettuato una comparativa a 360°, esaminando la luminosità/riflettenza oltre a qualità, finiture e praticità d’uso. Per giacche, caschi e altri prodotti, abbiamo preso in considerazione le “sole” caratteristiche di visibilità, sottoponendoli alle stesse prove dei gilet presso il laboratorio fotometrico. Per le giacche abbiamo preso in esame tre capi nei colori nero, chiaro e giallo fluo. Inoltre abbiamo richiesto una giacca dotata dell’innovativa tecnologia Night Eye che, sorprendentemente, ha deluso nei test di laboratorio.

I TEST SVOLTI NEL LABORATORIO FOTOMETRICO

PROVA 1: VISIBILITÀ ALL’ALBA

Questa prova misura la luminanza, cioè quanta luce restituisce un oggetto colpito da un fascio luminoso in condizioni di poca luce, come accade all’alba o al tramonto. L’ha effettuata l’ingegnere fotonico Selene Carrara. Il fascio è prodotto da una lanterna da 80 lux posta a 15 m, e tutte le misure sono state rilevate a parità di condizioni: distanza e illuminamento della lanterna, divergenza e distanza delle fotocellule. Il valore cd/m2, cioè l’intensità luminosa espressa in candele (cd) emessa nella direzione dell’osservatore da una data superficie (m2) determina il risultato.

PROVA 2: “RIFLESSO” NOTTURNO

I catadiottri, questo il nome esatto delle bande riflettenti visibili di otte quando vengono colpite da una luce, devono riflettere il raggio artificiale (luci della macchina, lampioni, ecc) che colpisce nella stessa direzione da cui proviene e da nessun’altra parte, con una tolleranza massima di 1° 30’, per non infastidire gli altri utenti della strada. Nelle medesime condizioni della prova 1, sono state misurate le candele riflesse per una data superficie in rapporto ai Lux emessi dalla lanterna: cd/(lux*m2).

PROVA 3: QUANTITÀ TESSUTO FLUO

Per rilevare la distanza a cui è visibile un oggetto, i dati ricavati nelle prove 1 e 2 sono fondamentali, ma non sufficienti. Serve un’ulteriore valutazione, cioè la misura della quantità di tessuto “fluo” presente sul capo in esame e la sua tipologia: i tecnici di CevLab ci hanno spiegato che un capo traforato, per quanto in maniera microscopica, perde una piccola parte della sua luminanza, e ancor di più i tessuti cosiddetti 3D.

L’OUTFIT NELLE DIVERSE CONDIZIONI DI LUCE E PERICOLO
Meglio chiaro o giallo fluo?

Con un pilota in sella a una Suzuki GSX-S125, abbiamo poi riprodotto le due situazioni di pericolo maggiore: rischio tamponamento (vista da dietro) e pericolo all’incrocio (vista laterale).

Nella vista da dietro la giacca chiara all’alba-tramonto è risultata visibile a una distanza di 100 metri. Quella con inserti fluo a 75 metri, mentre la nera già a 50 non risultava più distinguibile.

Lateralmente, chiara e fluo si vedono da 75 metri, mentre di nuovo il nero di intravede solo ino a 50 metri.

Il fluo, quindi, in determinate circostanze è men efficace dei colori chiari. Questo si spiega con il fatto che anche le dimensioni contano: la giacca chiara è quali interamente chiara, mentre la gialla ha solo una superfice fluo pari a circa un terzo del totale. Discorso inverso per i caschi, che essendo monocromatici hanno parità di superficie colorata. Quello giallo è visibile fino a 200 metri, quello bianco fino a 200 metri e il nero si perde nuovamente intorno ai 50 metri.

Fonte: Motociclismo